Ci troviamo con Antonella nella palestra di Verona. Riuscire a parlare e portare a termine un discorso in mezzo ad un tale via vai è davvero difficile, chi entra e chi esce passa sempre da lei per un saluto o una battuta.
Domanda (D): Bene, finalmente possiamo iniziare con le domande…
Risposta (R): Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, non dirò una parola senza il mio avvocato…(ride).
D: Dai, solo qualche informazione, tu sei solo la prima, ogni settimana conosceremo un membro dello staff.
R: Ok, ma non facciamo una cosa formale, ti sembro il tipo?
D: Giuro. Da quanti anni gestite queste due palestre?
R: E questo non ti sembra formale? Vabbé… quella di Verona è ormai al settimo anno, ad Arbizzano abbiamo da poco spento le prime tre candeline.
D: Tu però è da qualche anno in più che ti occupi di fitness…
R: Giusto qualcuno. Ho iniziato a 19 anni. Ero entrata in una palestra per fare esercizi utili al mio sport, la pallavolo, e lì è scoppiato l’amore per quello che non considero solo uno sport ma un vero stile di vita. Così ho subito iniziato come istruttrice di aerobica..
D: Poi, dai semplici esercizi fisici, hai voluto fare sul serio, modificare il tuo corpo…
A: Non modificarlo, direi piuttosto renderlo come a me piaceva, infischiandomene dei pregiudizi. Quando ho iniziato a fare seriamente bodybuilding le donne che lo praticavano erano assai poche, eravamo considerate “maschiacci”. Ho fatto le prime gare intorno al 1989 e ho smesso nel 1992, quando sono rimasta incinta di mio figlio Pietro. Nel 1996 poi sono diventata giudice nelle competizioni internazionali di bodybuilding.
D: A livello agonistico non eri un granché vedo… (rido) hai vinto solo campionati italiani, europei e mondiali, scarsa…
R: Sì, ma come vedi non mi piace vantarmene, anche le foto che ti ho fatto vedere sono ben riposte nell’armadio… sono molto… pudica.
D: Accidenti… eri davvero…“grossa”…
A: Ma mica vincevo per questo! Grazie a mia mamma che mi aveva fatto un corpo armonico i miei muscoli non sono mai stati “volgari” o sgraziati.
D: C’è stata una pausa nella tua grande passione che nel frattempo era diventata il tuo lavoro…
R: Sì, ma non voglio parlarne, diciamo che per qualche problema di salute ho dovuto smettere per circa due anni. Quello è stato il momento più brutto di tutta la mia vita…
D: Non ti chiedo nemmeno quale sia stato il più bello…
R: Ovviamente il ritorno… durante il mio stop lavoravo nell’azienda agricola della mia famiglia, ma il richiamo del “ferro” era troppo forte.
D: Ma come fate tu e il tuo socio a gestire due palestre in prima persona, ad avere sempre contatti con gli altri, ad avere una sfera personale così limitata essendo sempre qui…
R: Non saprei immaginare nessun’altra vita… non ci arricchiremo mai con le palestre, ma è una vita di qualità, si fatica e ci si stanca molto, però ti regala tante soddisfazioni. Anche Pietro lavora con noi, è sempre con me, cosa può esserci di più bello?
D: L’ultima domanda. Avete due palestre… vi fermerete o ne acquisirete ancora espandendo ancor di più il vostro Progetto Benessere?
R: E chi può dirlo… forse c’è qualcosa in ballo, chi lo sa… (ride)